CIMA DEL CAVALCORTO (VIA SPIGOLO DEI COMASCHI)

21-22 Agosto

Caldissima giornata in val di Mello, dove con il Mitico Saro ci incontriamo all'info point di San Martino, nostro punto di incontro per le salite in valle, il cavalcorto, ovvero il nostro obbiettivo, domina la valle e il paese è ci osserva dall'alto beffardo.
Dall'info point ci addentriamo nell'afosa val di Mello, parcheggiamo il super van e inseriamo nello zaino tutto il materiale che potrebbe essere utile per affrontare la nostra avventura, quindi: birra, farro e ceci, banane e qualche barretta energetica per la scalata.
Iniziamo a salire nella ripida val del ferro, il caldo è tremendo, soffoca, sudiamo molto fin da subito, anche perché il primo pezzo nella foresta è ripido!.
Ci inoltriamo nella foresta, ambiente magico,  a fondo valle c'è la ressa, basta salire per qualche metro per rimanere isolati nella natura. Dopo mezz'oretta di foresta, arriviamo alla seconda cascata del ferro, la più scenica, con un salto davvero notevole, molto affascinante alla vista!.
Aggiriamo sulla sinistra la seconda cascata e saliamo, la vegetazione inizia a cambiare anche perché ci avviciniamo al limite boschivo, situato approssimativamente a 2000m circa, dove poi inizieranno i pascoli, ma prima c'è da superare la 3° cascata con il camer.
Arriviamo al cospetto della terza cascata, bella anche questa ma meno affascinante rispetto alla precedente, qui io e saro incontriamo un gregge di capre e approfittiamo dell'acqua corrente per bere e rigenerarci un pochino. 
Siamo ormai prossimi alla fine del bosco, ci manca da aggirare sulla destra solamente la bastionata della terza cascata, avanziamo con passo sostenuto e superiamo vari ponticelli, da qui ci appare la nostra meta, il cavalcorto, affascinate guglia granitica che spicca fiera nel cielo, un pinnacolo, si ci appare proprio come un pinnacolo, molto suggestivo.
Proseguiamo fra gli ultimi pini e dopo 2 ore arriviamo alla casera del ferro (2000m), la baita della nota guida alpina Giovanni Ongaro.
La casera è perfettamente pulita, è veramente una baita fantastica (ringraziamento speciale a Giovanni).
Ci sistemiamo, prepariamo le brande e prepariamo la cena, a base di farro alla mediterranea, ceci, tonno e strappo alla regola per me, patatine, taralli e BIRRONE!, tutto spettacolare, con saro parliamo delle future avventure e di quelle passate, mettiamo giù delle possibili idee e grandi progetti da attuare nel prossimo futuro...gli racconto anche del mio stop di 6 mesi dalla montagna, torno ora a martellare.
La nostra meta ci appare dinanzi, magica e spettacolare, ha un fascino particolare, ammiriamo le cenge situate sulla parete est e ci confrontiamo sulla cresta sommitale, per una futura possibile traversata.
Ci corichiamo presto, il caldo ci ha devastato.
Ci svegliamo alle 6 e facciamo una rapida colazione a base di te nero e biscotti al cioccolato, molto buoni!, io e saro siamo entusiasti e entrambi di buon passo ci dirigiamo verso i piedi di questa maestosa vetta.
Il sole spunta e inizia a fare ancora più caldo del giorno precedente, l'ultimo tratto ci fa penare ad entrambi, ma finalmente dopo un pochino, riusciamo a raggiungere la cengia che ci permette di guadagnare "lo spigolo". La affrontiamo legati in conserva, bisogna stare molto attenti su questi tipi di terreno, è severamente vietato sbagliare. Traversiamo la cengia, è veramente esposta ma senza problemi riusciamo a raggiungere il masso a forma si scarpone rovesciato che appunto segna l'inizio del versante est del cavalcorto.
Da qui saliamo vari caminetti e ripide rampe erbose che in breve ci portano all'attacco della vera e propria via!!.
Ci attrezziamo a dovere per la via e iniziamo a procedere a tiri!.
Il primo sale un caminetto e delle placchette molto belle e successivamente arriviamo al secondo tiro, qui a saro viene il dubbio che siamo su una variante visto il tiro impegnativo che ci tocca affrontare ma saliamo lo stesso, poco più avanti saro, trova un vecchio chiodo arrugginito dei comaschi, quindi non sappiamo precisamente, magari eravamo troppo a destra, in questo Tiro non sono riuscito ad estrarre un nut (protezione veloce a dado) che ha incastrato saro( lo recupererà lui stesso nelle calate al ritorno). 
Continuiamo a scalare, entrambi meravigliati dall'ambiente circostante, molto selvaggio, granitico ed emozionante, almeno per noi!!.
Sono molte le cose che ci fanno intendere che questa via è moooolto scarsamente frequentata, mi piace molto.
Saliamo per diedri e placche fino a che non arriviamo al Tiro chiave, tosto e incavolato.
Il tratto tosto è un camino strapiombante e umido, un passaggio che nel 1953 (anno della prima salita) i salitori ovvero 4 ragazzi comaschi hanno fatto in artificiale, ovvero con l'ausilio di staffe!.
Lo supero con qualche difficoltà e arrancando ma chi la dura la vince!, seguono altri camini e una fessura spettacolare da salire in spaccata, veramente bellissima.
Giungiamo agli ultimi tiri, ormai siamo sotto la cuspide del cavalcorto... superiamo delle placche con cristalli non sempre affidabili, saro mi riferisce che uno gli è rimasto in mano ma lui è fortissimo e in gamba.
Le placche terminano e arriviamo agli ultimi sfasciumi che precedono la vetta, da salire con molta attenzione per via della loro mobilità, li saliamo con molta calma e delicatezza, si riesco ad essere delicato quando voglio, e giungiamo dopo 5 ore di scalata in vetta al sommo CAVALCORTO!!!, un altro sogno/obbiettivo che si avvera, saro e io siamo contentissimi ci diamo un abbraccio sincero e ci guardiamo intorno, il panorama è veramente spaziale dal monte Lobia fino al disgrazia. 
Lì in basso a strapiombo si vede San Martino, il paese da cui siamo partiti, il sasso remenno (masso erratico gigantesto)  dalla cima del cavalcorto pare proprio un minuscolo granello di sabbia!! Le nuvole che arrivano però dal Badile e dalle cime del ferro ci fanno affrettare a fare le doppie.
Il Giovanni Ongaro ha allestito delle soste di calata che sono veramente molto comode e permettono delle calate sicure!.
La prima Calata avviene proprio dalla cima, ci si cala nel vuoto, è epica, ma anche le altre non scherzano e dopo nove doppie siamo di nuovo sulla cengia.
Le difficoltà non sono ancora terminate, di fatti dobbiamo ancora affrontare la cengia che richiede molta attenzione, con estrema cautela la Attraversiamo completamente e mettiamo "i piedi a terra" come appunto ha riferito saro alla fine!. 
Scendiamo rapidi alla Casera dove beviamo un chinotto e dove recuperiamo un po' di cianfrusaglie che avevamo lasciato.
Dalla Casera seguiamo il Sentiero che porta in Val di Mello E dopo un'ora e mezza/2 arriviamo finalmente al torrente!.
Io e saro ci immergiamo e ci rigeneriamo nell'acqua del Torrente veramente molto fresca, sollievo per tutto il corpo vista la calura!.
Dopo esserci rinfrescati nelle acque del Masino ci dirigiamo al kundaluna, nel cuore di San Martino, per bere una buona birra, qui incontriamo anche Andrea Bottani uno scalatore molto forte anche lui amante di queste vette, termina così la nostra avventura!

Un ringraziamento a Saro grandissima persona e guida, a Giovanni per la bellissima casera e al masino!

Alla prossima🏴‍☠️🤟🏔






Cima del cavalcorto con la neve, foto Giovanni Rovedatti


Nel bosco

 seconda Cascata del ferro la più affascinante

Capra

 dalla bastionata della terza cascata ci appare la nostra vetta

Alla casera del Giovanni

Cena con saro

stendiamo le brande

 Buongiorno, La nostra parete Inizia ad essere illuminata Dai primi raggi del sole

Cenge  esposte 

il disgrazia 3678 in lontananza, la montagna più alta


Camini

secondo tiro,  il diedro






Ambiente fotonico, con le placche
Panorama 
Tiro chiave

in cima





saro in cima
prima calata direttamente dalla cima


calate
ancora calate
i pizzi del ferro( occidentale, cima della bondasca, torrione del ferro e pizzo del ferrro orientale)


i camer, strutture antiche costruite sotto grossi massi erratici, utilizzati un tempo dai pastori, il mio amico saro dice: archeologia alpestre!
il fiume masino, qui ci immergiamo in acqua



una bella rinfrescata














Commenti

Post più popolari